Decreto Sicurezza. La CUB protesta.

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Va bene fermare i traffici di migranti,   sgombrare immobili occupati e accampamenti abusivi. Però, per fare questo, le leggi ci sono già, come dimostrano i fatti di cronaca recenti.  

Il   “DECRETO SICUREZZA”,  per come si presenta, nella sua complessità costituisce una pericolosa limitazione ai valori di libertà  e democrazia.   

CUB: IL 26 NOVEMBRE PRESIDI DAVANTI ALLE PREFETTURE

per difendere la libertà di manifestare, circolare, protestare per poter contrastare una società dove conta il profitto a scapito della giustizia sociale, delle condizioni di lavoro e di vita!

Il Decreto “SICUREZZA”, approvato al Senato e in discussione alla Camera è un insieme di politiche razziste e repressive. Esse riguardano prima i migranti. Vengono limitati i permessi per motivi umanitari concessi finora in caso di emergenza umanitaria, a stranieri che ne facessero richiesta.

Aumentano le espulsioni per chi è in regime di asilo politico, aumentando i tipi di reato che, dopo una condanna in primo grado, portano all’espulsione immediata, in questo modo si cancella il principio di non colpevolezza fino al 3° grado di giudizio.

Si raddoppia il tempo di permanenza nei centri per il rimpatrio negli hot spot, negli uffici di frontiera, in strutture della polizia fino a 180 giorni: una sorta di carcere senza reato.

I piccoli centri che ospitano i migranti, sotto l’egida dei Comuni (Sprar), non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale.

Il decreto non dimentica  chi lotta e prevede un inasprimento delle pene e delle sanzioni in caso di blocchi stradali e ferroviari  e  occupazione di case terreni, e fabbriche e posti di lavoro.

Il decreto, con l’art 23: Reintroduce il reato di blocco stradale (compresa l’ostruzione o l’ingombro dei  binari) oggi sanzionato solo con multa; a regime sarà punibile con pene da 1 a 6 anni di carcere più multa da 206 fino a 2.064 €.

Con l’art 30:   Sanziona l’occupazione di case, aziende, terreni con la pena di reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 103 a 1032.

Il decreto estende  anche l’uso del Taser (la pistola a impulsi elettrici) anche ai vigili urbani di città superiori ai 100.000 abitanti.

E’  chiaro l’intento di disarmare chi lotta e di limitare e colpire manifestazioni, cortei e presidi a fronte di conflitto sociale crescente, reso manifesto anche dallo sciopero del 26 ottobre. 

La presa di vigore delle mobilitazioni rappresenta un incubo per chi ha imposto austerità, precarietà nel lavoro e nel reddito e si attrezzano per contrastare conflitto e rivendicazioni.

Gli incubi dei lavoratori sono altri e si chiamano: sicurezza di reddito, di welfare, di lavoro e sul lavoro; occorre ristabilire regole di convivenza democratica nel paese cancellando il decreto oscurantista che maschera politiche razziste e repressive con le vesti della sicurezza.

Sul diritto dei lavoratori e dei cittadini di manifestare, protestare e lottare per rivendicare propri diritti si misura la democrazia e il livello di libertà del paese!

Cub propone presidi alle Prefetture il 26 novembre per avviare una campagna di contrasto a provvedimenti contro migranti, immigrati, lavoratori, pensionati e ceti popolari che mirano a impedire anche con la reclusione il conflitto sociale crescente. 

Confederazione Unitaria di Base